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Obbligo BIM Appalti Pubblici: come adeguarsi

Obbligo BIM Appalti Pubblici: come adeguarsi

Il 2025 si è aperto con importanti novità per il settore degli appalti pubblici, a causa dell’applicazione del Decreto Correttivo del Codice Appalti e l’obbligo di adottare sistemi digitalizzati nella progettazione delle opere. 

L’obbligo BIM appalti pubblici impone una serie di direttive che devono essere rispettate dalle stazioni appaltanti, che riguardano sia la gestione dei dati sui software digitali, sia la formazione del personale che ruota intorno a tali sistemi innovativi, rispettando gli standard tecnici internazionali ISO 19650 e quelli italiani della serie UNI 11337.

L’obiettivo è chiaro: garantire una maggiore efficienza nella gestione dei contratti pubblici, attraverso un flusso di informazioni che convergono in un unico hub digitale, a disposizione di tutti i professionisti coinvolti. Ciò comporta un maggior risparmio di tempo e anche di denaro, soprattutto se si considerano le previsioni sui margini di errore nel breve e nel lungo termine.

In questo contesto, Dirextra si inserisce come ente di alta formazione, specializzata proprio nel settore delle costruzioni, garantendo certificazioni riconosciute da oltre due decenni, a fronte di programmi sempre aggiornati e in linea con le esigenze del mercato.

La digitalizzazione dei contratti pubblici

Il settore delle costruzioni sta vivendo una profonda trasformazione, orientata verso l’innovazione digitale. Questo cambiamento si muove lungo due direttrici parallele ma strettamente connesse: da un lato c’è l’e-procurement, ovvero l’ecosistema nazionale per la gestione telematica dell’acquisizione di beni, servizi e informazioni; dall’altro, la Gestione Informativa Digitale (GID), che riguarda l’adozione di metodologie, processi e tecnologie basate sulla modellazione dei dati e sulla definizione dei requisiti informativi (come indicato nell’Allegato I.1, art. 3, lettera q del nuovo Codice Appalti).

L’articolo 43 del Codice stabilisce che, a partire dal 1° gennaio 2025, tutte le stazioni appaltanti e gli enti concedenti dovranno utilizzare strumenti di gestione informativa digitale (BIM) per la progettazione e realizzazione di nuove opere e per interventi su edifici esistenti, quando il valore presunto dei lavori supera i 2 milioni di euro.

Sono escluse dall’obbligo le opere di ordinaria e straordinaria manutenzione, a meno che non si tratti di interventi su costruzioni precedentemente realizzate con l’utilizzo del BIM o di strumenti analoghi.

Il nuovo Codice introduce anche il principio di unicità dell’invio: ogni dato deve essere trasmesso una sola volta a un unico sistema informativo, che diventa responsabile della sua disponibilità e condivisione con altri sistemi o banche dati. Questo principio si applica a tutte le fasi della programmazione, affidamento e realizzazione di contratti pubblici, comprese anche quelle procedure che, pur escluse dal Codice, prevedono comunque obblighi di comunicazione verso sistemi informativi ufficiali.

Obbligo BIM per le stazioni appaltanti

L’adozione del metodo BIM da parte delle stazioni appaltanti non è automatica, ma subordinata a una serie di obblighi organizzativi, tecnologici e formativi. In particolare, è richiesta:

  • La definizione di un piano di formazione del personale, calibrato sui diversi ruoli e centrato sull’uso degli strumenti digitali, in particolare quelli di modellazione per costruzioni e infrastrutture. L’obiettivo è acquisire competenze utili alla gestione informativa e alla verifica dei modelli digitali.
  • L’elaborazione di un piano per l’acquisizione o la manutenzione di hardware e software adeguati alla natura dell’opera, alla fase del processo e alla tipologia della procedura adottata. Gli strumenti devono supportare efficacemente la digitalizzazione dei processi decisionali e informativi.
  • La redazione di un atto organizzativo che definisca con chiarezza il processo di controllo e gestione delle varie fasi procedimentali, l’identità dei gestori dei dati, la titolarità degli stessi e le modalità di risoluzione di eventuali conflitti, tenendo conto sia degli aspetti tecnici che di quelli procedurali.

Le stazioni appaltanti devono inoltre fare uso di piattaforme interoperabili, che operano tramite formati digitali aperti e non proprietari, come previsto dall’articolo 68 del Codice dei Contratti Pubblici. I dati devono essere aggregati in modelli informativi multidimensionali, strutturati per oggetti e coerenti con i requisiti informativi definiti dall’articolo 7 del Decreto BIM (DM 260/2017). Tali dati devono poter essere richiamati in ogni fase, dalla progettazione alla costruzione, fino alla gestione dell’opera, da tutti gli attori coinvolti nel processo.

Infine, le informazioni condivise tra progettisti, costruttori e gestori devono restare accessibili senza vincoli legati a software proprietari, in modo da garantire la piena fruibilità e trasparenza delle attività, indipendentemente dalle tecnologie utilizzate dai singoli operatori.

Formazione per adeguarsi all’obbligo BIM Appalti Pubblici

Come abbiamo visto nel paragrafo precedente, il Decreto BIM impone l’obbligo di formazione per tutti i soggetti coinvolti nella gestione degli strumenti digitali, in relazione al loro ruolo operativo e al livello di responsabilità. 

Si tratta di percorsi formativi aggiornati, mirati all’acquisizione di competenze certificate e riconosciute a livello internazionale, fondamentali non solo per rispondere ai nuovi requisiti normativi, ma anche per ottenere maggior punteggio nelle gare d’appalto.

In quest’ottica, Dirextra Alta Formazione propone un catalogo di corsi specifici, pensati per rispondere alle diverse esigenze del settore:

  1. Corso BIM Specialist (Revit): Ideale per chi desidera diventare esperto nella gestione dei dati e dei flussi informativi, attraverso la modellazione diretta in ambiente BIM. Il percorso fornisce le competenze pratiche sui software di progettazione, indispensabili per operare in modo efficace. La figura del BIM Specialist può specializzarsi in Architecture, Structure, Infrastructure o MEP, a seconda dell’ambito di applicazione negli appalti.
  2. Corso BIM Coordinator e BIM Manager: Rivolto a chi ricopre o intende ricoprire ruoli di coordinamento e supervisione nei processi BIM, all’interno di imprese di costruzione o pubbliche amministrazioni. In linea con il nuovo Codice dei Contratti, il BIM Manager corrisponde al Project Manager nelle imprese, mentre nelle stazioni appaltanti le sue funzioni possono coincidere con quelle del RUP (Responsabile Unico del Progetto).
  3. Corso per il mantenimento della certificazione BIM: Pensato per i professionisti già certificati, consente di aggiornare le competenze in vista del rinnovo quinquennale della certificazione, mantenendo così la validità e l’operatività nei contesti che richiedono requisiti aggiornati.

Tutti i corsi sono progettati per fornire una preparazione completa all’esame di certificazione BIM, sostenibile separatamente. L’esame prevede prove valutate da una commissione esterna. In caso di esito positivo, il candidato ottiene un attestato riconosciuto e l’iscrizione ai registri pubblici ufficiali. Per maggiori informazioni, invitiamo a consultare le pagine linkate dei rispettivi corsi.

Approfondimenti:

 

 

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