
Sostenibilità ambientale negli Appalti Pubblici: parte il Master Cantiere Zero
La sostenibilità ambientale negli appalti pubblici è uno degli argomenti più dibattuti negli ultimi decenni, soprattutto in concomitanza con i recenti cambiamenti climatici e l’allarme lanciato nei confronti di una società sempre più inquinata.
Intervenire sulle costruzioni significa ridurre il loro impatto sull’ambiente, per esempio attraverso sistemi di riscaldamento che utilizzano fonti di energia rinnovabili, oppure l’utilizzo di materiale ecologico, per un’economia circolare e sostenibile.
L’Europa in particolare ha posto degli obiettivi ambiziosi raggiungibili entro i prossimi decenni, attraverso programmi costantemente aggiornati, quali il Green Deal Europeo e il Fit for 55.
Per i professionisti che operano nel settore delle grandi opere pubbliche nasce il nuovo Mini Master Cantiere Zero di Dirextra Alta Formazione, guidato dall’Ing. Miriam Semeraro, per offrire una panoramica completa ed esaustiva sulla progettazione di cantieri a bassa emissione.
Sostenibilità ambientale negli Appalti Pubblici: lo stato attuale italiano ed europeo
Per comprendere appieno gli obiettivi da raggiungere sui cantieri a impatto zero, è necessario specificare le premesse, ovvero lo stato attuale delle costruzioni presenti in tutto il continente europeo, Italia compresa.
Gli edifici pubblici di vecchia costruzione rappresentano una fonte significativa di rischio sanitario e ambientale. La combinazione di amianto ancora in loco e sistemi energetici obsoleti richiede interventi urgenti di bonifica, ristrutturazione e ammodernamento energetico, in linea con gli obiettivi europei e nazionali di transizione ecologica.
Più nel dettaglio, secondo dati della Commissione Europea si stima che in Europa circa il 70% degli edifici residenziali siano stati costruiti prima del 1970, e il 75% del patrimonio edilizio richiede interventi per migliorare l’efficienza energetica. Ciò indica chiaramente che l’infrastruttura pubblica storica, come scuole, uffici e ospedali, è spesso energia-inefficiente e con sistemi di riscaldamento ormai obsoleti.
Non solo, nonostante il divieto in Italia dal 1992, l’amianto è tuttora presente in gran parte degli edifici pubblici realizzati prima di quella data. Si stima, infatti, che il territorio nostrano contenga ancora tra le 32 e 40 milioni di tonnellate di materiali contenenti asbesto, distribuiti in più di 1 milione di siti e micrositi contaminati.
La presenza di amianto non è solo uno scotto ambientale, ma un serio problema di salute pubblica: si pensi che solo in Italia si registrano circa 4.000–6.000 decessi all’anno per patologie asbesto-correlate, tra cui il mesotelioma e carcinomi vari.
Green Deal Europeo: il piano e gli obiettivi
Il Green Deal europeo, lanciato nel 2019, è una delle strategie principali dell’Unione per affrontare i problemi climatici e ambientali. L’obiettivo centrale è raggiungere la neutralità climatica entro il 2050, ovvero azzerare le emissioni nette di gas serra su tutto il territorio UE. Tale impegno deriva anche dagli accordi internazionali, come quello di Parigi, che mira a limitare il riscaldamento globale a 1,5 °C.
Questo perché i dati allarmanti non riguardano solo quelli indicati in precedenza. Negli ultimi dieci anni, la temperatura media globale è aumentata di 1,22 °C rispetto all’era preindustriale, rendendo questo periodo il più caldo mai registrato.
In Europa, inoltre, circa l’80% degli habitat naturali è in cattive condizioni, con conseguenze negative sulla biodiversità e sulla stabilità degli ecosistemi. Se si prosegue con i ritmi attuali di consumo delle risorse, entro metà secolo sarebbero necessari persino tre pianeti per sostenere il nostro modello economico.
Il Green Deal europeo, dunque, ha proprio l’obiettivo di promuove una trasformazione profonda, operando su più fronti:
- Economia circolare, con prodotti progettati per durare e essere riciclati, a partire dalla costruzione degli edifici;
- Neutralità climatica, con una drastica riduzione delle emissioni di gas a effetto serra;
- Industria pulita, più efficiente e innovativa;
- Ambiente e Biodiversità, con piani per ripristinare habitat degradati;
- Agricoltura sostenibile e Giustizia climatica, per coinvolgere equamente cittadini e territori.
È chiaro che si tratta di un investimento ingente, ma il rischio di non intervenire è molto più alto: i danni economici derivanti dal cambiamento climatico potrebbero arrivare fino al 12% del PIL mondiale entro la fine del secolo.
Fit for 55: di cosa si tratta
All’interno del Green Deal europeo si parla anche del pacchetto legislativo Fit for 55, che mira a ridurre le emissioni di gas serra dell’UE del 55% entro il 2030, affrontando diversi settori chiave, tra cui l’edilizia pubblica e privata. Questo perché gli edifici oggi sono responsabili di circa il 40% del consumo energetico nell’UE e del 36% delle emissioni connesse all’energia, rendendoli prioritari per la transizione green.
Ecco quali sono le misure per un settore delle costruzioni più sostenibile:
- Zero emissioni nelle nuove costruzioni: Dal 2028 per gli edifici pubblici nuovi e dal 2030 per tutti i nuovi edifici.
- Ristrutturazioni energetiche obbligatorie: Gli edifici non residenziali più inefficienti devono migliorare del 16% entro 2030, del 26% entro 2033, mentre gli edifici residenziali devono ridurre il consumo energetico primario del 16% entro 2030 e del 20–22% entro 2035.
- Installazione di impianti solari: Obbligatori su nuovi edifici pubblici e non residenziali >250 m² dal 2027 e installazioni estese a edifici esistenti via via più piccoli tra 2028 e 2031.
- Boiler fossili da eliminare: Progressiva fase‑out dei riscaldamenti a combustibili fossili entro il 2040, secondo la Energy Performance of Buildings Directive (EPBD).
- Infrastrutture verdi integrate: ogni nuova costruzione o ristrutturazione significativa dovrà includere aree green, come parcheggi per biciclette e colonnine di ricarica.
- Certificazione energetica più rigorosa e con criteri comuni.
Mini Master Cantiere Zero: Appalti a Ridotto Impatto Ambientale
Per tutti i professionisti impegnati nell’edilizia pubblica e privata, è in partenza il nuovo Mini Master dedicato ai Cantieri Zero, incentrato proprio sulla sostenibilità ed emissioni zero nelle costruzioni.
Il programma formativo, fruibile in 3 mezze giornate in videoconferenza live, si fonda su tre pilastri fondamentali:
- Aggiornamento normativo: approfondimento su Green Deal Europeo, Fit for 55, CAM e Direttive UE.
- Gestione sostenibile del cantiere: focus su cantieri a emissioni zero e analisi del ciclo di vita (LCA).
- Innovazione e digitalizzazione: utilizzo di soluzioni digitali per la gestione del cantiere e implementazione degli appalti pubblici verdi (GPP).
Grazie all’approccio teorico-pratico, che analizza anche casi studio reali e utilizza strumenti interattivi, propone una modalità formativa unica e ancora più coinvolgente per tutti i professionisti interessati alla materia.
Facciamo presente che il percorso formativo non si rivolge solo alle imprese di costruzioni e alle società di gestione dei servizi, ma può interessare anche RUP, avvocati, ingegneri, architetti, consulenti ambientali e operatori economici operanti nella Pubblica Amministrazione.
Approfondimenti:
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